26 agosto 2013

Consegna: riordina le sequenze.

Ho le dita dei piedi fredde, e ripeterlo per la terza volta mi fa sorridere.
Incrocio le dita delle mani con quelle dei piedi e scuoto la testa per scacciare vecchi ricordi.
Uno scooter fuori romba e la tv continua a passare volti troppo giovani. 
Non ho più voglia di scrivere storie, non mi vengono. Quelle che mi vengono non le caga nessuno, e io ho bisogno che qualcuno caghi quello che scrivo. Si capisce? O capisco sempre e solo io? 
Fa niente, nel caso.

Ho le dita dei piedi fredde.
Sono qui un lunedì mattina davanti alla televisione che passa un video in collaborazione tra due “artisti” che non c’entrano nulla l’uno con l’altra e mi viene in mente che lui, una volta, abitava sopra casa tua. 
Così mi avevi detto. Sembra un viziato. Uno che è lì non si sa perché.
Mi tengo dentro il vuoto che di te mi resta.

Ho le dita dei piedi fredde e questo post non ha decisamente senso, letto così fino alla fine.
Chiedo scusa.
Ora lo dividerò in sequenze e le mescolerò, per darvi l’idea di come tutti questi concetti siano posti a casaccio nella mia testa. Cosicché io non capisca proprio un bel nulla.
A chiunque riesca a riordinarlo o ci tenti, va un mio GRAZIE, insieme a un sorriso.

Ho le dita dei piedi fredde, e sembra un po’ tutto inutile.
Inutile puntare lo sguardo su labbra diverse. 
Inutile aprire vecchie conversazioni per scoprire che sembra tutto un gigantesco monologo con me stessa, ora che tu non “esisti” più.
Inutile cercarti in versi che non è detto siano i tuoi, nonostante ci assomiglino terribilmente.
Inutile chiedersi di che colore sarà in questo momento la tua pelle, di che lunghezza i capelli.

Ho le dita dei piedi fredde, e odio chi trova la soluzione ai propri problemi in un po’ di liquido puzzolente. Per non sentire. Per farsi male.
Odio la ruota che, puntualmente, ritorna sempre nello stesso punto e odio la mia illusione di poter essere “motivo sufficiente per “.
Cambiare le cose, tipo. Ogni singola volta non lo sono, quel famoso motivo sufficiente, come è ovvio. Come è razionale pensare. Ma ogni volta mi ci convinco che sia possibile, e ogni volta fa un male porco scoprire di non esserlo.

Grazie,
(:


2 commenti:

  1. Questo Fedez ha la tappezzeria multicoulor o_O non lo avevo mai visto prima...

    Al di là del cantante tatuato, hai pensieri veramente ingarbugliati :) complimenti!!
    cmq se il tipo non "esiste" più nel senso non fa più parte della tua vita, non ti crucciare ripensando a lui.

    (senza eccedere nella misantropia) io in generale penso che sia sbagliato misurare se stessi in funzione degli altri: tu sei sufficiente e necessaria a te stessa, perchè è difficile che troverai qualcuno (eccetto forse i tuoi genitori) che metta te davanti a se stesso.

    Per quello che ho capito io da ciò che ho letto: sono andata ad interpretazione :P
    se tu non sei un motivo sufficiente per cambiare le cose, significa anche che questa "situazione" gli sta bene altrimenti si sarebbe attivato per modificarla e se non fa nulla vuol dire che non merita il dolore che ti provoca.
    Sono parole che suonano come frasi di circostanza, ma non lo sono.

    Non ti fermare per guardare indietro persone che non ci sono più, pensa a quelle che ci sono ora e a quelle che devi ancora incontrare!

    Ciao :D

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    1. Ti ringrazio. In questo momento sento di essere ben più che un solo passo avanti rispetto alla situazione descritta. Penso anche che le persone che scegliamo per noi possano commettere errori e farci arrivare a pensare di aver sbagliato strada. Però è anche vero che rimangono sempre persone che abbiamo scelto in mezzo alle altre, e che ci hanno scelto. In questo caso in particolare il bene (tanto) c'è stato. Credo sarebbe innaturale parlare in negativo e fingere che non ci sia nostalgia di quel bene. C'è. Ed è cosa buona e giusta per me stenderlo e vedermelo lì nero su bianco (o bianco su verde bosco - ganzo!).
      Ti ringrazio davvero per il commento articolato e per aver lasciato traccia del tuo passaggio! :)

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