12 settembre 2015

Vinci o Pennetta? Io lo so.

Ecco, vedete. C'è questa cosa che penso, ultimamente.
Che quando una persona mi spinge a superare i miei limiti, mi tiene testa e fa sì che io metta in discussione le mie inutili paranoie esistenziali e la mia innata e controproducente sociofobia, allora vale la pena investirci tempo, energie, sogni.

Quando negli occhi di una persona vedo passione per quello che fa, lacrime ed emozioni e nessuna tendenza a nascondere tutto questo, allora vuol dire che in lei c'è Bellezza. Vuol dire che non occorre ergere palizzate o indossare scudi, o impilare mattoni, o corazzarsi di spine.

Quando le esperienze si colorano d'argento che brilla, quando poi diventano tante, tutte allineate e ricche nella memoria, quando diventano bei ricordi, allora il tutto assume la forma di un album. Uno di quelli spessi, con tante pagine che ancora non sono state sfogliate.

E allora stasera. Stasera che - lo so - la poltrona sarà piazzata davanti alla televisione, i pugni ogni tanto piantati nei braccioli e le imprecazioni sussurrate tra i denti. Stasera che - tanto sono entrambe italiane, che storia! - tutti si staranno facendo questa benedetta domanda: Vinci o Pennetta?
Beh, io lo so. È chiaro: Vinci. 
Vinci, tu. Tu. 
Sempre.

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