15 ottobre 2016

Elenco di quindici #8

Tipologie di genitori e/o pazienti che potrebbero capitare nel caso in cui si lavorasse per un servizio di Neuropsichiatria Infantile.

1. NEGAZIONISTI. Quelli che se dici: "Ehi, devi forse soffiarti il naso?", ti guardano e rispondono: "No!" come se avessi proposto di amputare loro un braccio, leccandosi le caccole arrivate fino al livello del mento.
2. DITTATORI. Quelli che sovrintendono i lavori e con le mani piantate sui fianchi esordiscono con: "Allora adesso giochiamo con Masha e Orso, Peppa Pig e poi facciamo le bolle". Sono, per intenderci, gli stessi con cui passerai dieci minuti impegnata nell'arduo tentativo di convincerli che se anche ogni tanto fai la cretina, loro sono i piccoli e tu l'adulta.
3. SUBACQUEI. Quelli che se lasciano cadere la matita, il colore, il pezzo di puzzle o di lego per terra, poi ci impiegano ore per raccoglierlo e tu temi che siano riversi sul pavimento a corto di ossigeno, con le gambette che sbattono sulle mattonelle.
4. TUTTOFARE. Quelli che: "Coloro io la scheda!", "Taglio io!", "Incollo io!", "Butto via io la carta!", che se mettessero lo stesso entusiasmo negli esercizi di articolazione batterebbero Mentana nelle gare di spelling e battute al minuto.
5. RIVOLUZIONARI. Quelli che è tutto "No". "Lavoriamo?", "No". "Coloriamo?", "No". " Giochiamo?", "No". "Restiamo qui?", "No". "Allora andiamo dalla mamma?", "No". Occhei.
6. ENTUSIASTI. Quelli che si stupiscono di qualsiasi cosa vedono. "Oh!! Il gioco di Peppa! Un libro arancione! Le pagine di carta! La colla appiccica! L'acqua è bagnata! Sono vivo!!". Se non fosse diseducativo, sarebbe da chiedere loro il nome del pusher di fiducia.
7. ZOMBIE. Sono quelli che si muovono e/o lavorano soltanto in cambio del loro personalissimo cervello da gustare. Di solito macchinine, dinosauri, bolle o disegni da colorare.
8. EVERGREEN. Sono quelli che vengono in terapia da tanto tempo, talmente tanto che arrivano a conoscerti e a preoccuparsi per te più della tua stessa madre. "E la micia come sta?". "Le vacanze al mare sono andate bene?". "Devi andare a casa a piedi con la pioggia?".
9. ILLUSI. Quelli che, quando compili la cartella per la dannatissima burocrazia, strabuzzano gli occhi e chiedono: "Oh, mancano poche righe! Quando è tutto scritto questo foglio vado via e non ci vediamo più?". Ehm no. Ne prendo uno nuovo e ricomincio, gioia.
10. AGENTI IMMOBILIARI. Sono quelli che sono tanto interessati a sapere se di notte, quando i bimbi vanno via dal centro e le luci sono spente, io mi metta a dormire nella mia stanza di terapia. È bella, è verde, ha giochi e disegni ma no. Alla sera scappo a gambe levate.

Quindi. I genitori:
11. TRADUTTORI. Quelli che il bimbo dice: "Maoeididi?", e loro sanno che vuole sapere dov'è il "Didi", il dinosauro. "Òonamotia?", ma certo, dopo andiamo dalla zia. "M73hdmwodpo#wueiuw*edbwk". Ah, vuole accertarsi che il lascito testamentario venga condiviso anche con Bobi, il cagnolino di pezza.
12. RICATTATORI. Quelli che: "Se Martina mi dice che hai fatto il bravo, dopo ti compro il gelato, altrimenti no". Che se la seduta è andata maluccio mi viene un coccolone al momento dell'uscita, insomma.
13. GIUSTIFICATORI. Quelli che: "Eh, le liste da leggere non siamo proprio riusciti a farle, non abbiamo avuto tempo questa settimana". Che, cazzo!, 120 secondi netti per leggere una cinquantina di parole non trovati sono una cosa grave in 7 giorni; significa non aver tempo di far pipì o cacca. E la mia conseguente esplosione non è ira, ma grave preoccupazione per la diuresi del ragazzino.
14. CATERPILLAR. Sono quelli che non mostrano un minimo di entusiasmo o flessibilità manco se il figlio torna da loro recitando la Divina Commedia a memoria. Al contrario. Con un bavaglio in bocca.
15. CUOCHI. Sono quelli che della vecchia storiella della mela alla maestra hanno fatto una sicurezza nella vita. Per il compleanno del figlio, il compleanno della terapista, il compleanno della segretaria, gli onomastici, Pasqua, Natale, Epifania, hanno sempre un dolcetto da portare al centro.

Tanto per dimenticare che la vita sa essere difficile. 
Per affogare nelle calorie.
E morire. 
Felici.
Amen.

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